mercoledì 25 luglio 2012

La controversia dell'en dehors nel mondo del balletto



Domanda: che cos'è l'en dehors? (In inglese viene chiamato comunemente "turnout", e in italiano, oltre al termine francese, possiamo anche utilizzare il termine "rotazione", in questo caso).

Sarebbe, in parole semplici, il requisito base fondamentale della danza classica, sul quale si basa tutta l'impalcatura di una buona e corretta tecnica.
Ogni ballerino\a professionista che vediamo possiede una perfetta rotazione a 180°, e difatti, se andiamo a spulciare tra i numerosissimi video di famosissime accademie nel mondo (che sia Vaganova, Opéra de Paris, Royal Ballet...), tutti gli studenti posseggono un en dehors eccellente e naturale. Si lavora e si sviluppa con duri anni di studio, ma c'è anche da dire che in grande percentuale dipende dal fisico col quale nasciamo.

La stessa cosa ci dice, del resto, l'importantissima Agrippina Vaganova nel suo libro sulla tecnica della danza:  l'en dehors completo è severamente richiesto in ogni ballerino che intraprende lo studio.

Ma è possibile, questo? Se sì, da chi e da chi no? Eccovi qui delle preziose informazioni che io stessa ho tradotto.

Dando un'occhiata ad uno scritto in merito da Gretchen Warren, "Classical ballet technique, l'en dehors è uno stato di completa rotazione esterna del fianchi, delle ginocchia, delle tibie, delle anche e dei piedi, e non come si pensa erroneamente solo dai piedi (e questa considerazione può portare a dei gravi problemi, nel corso degli allenamenti non corretti). 
Warren, però, ci offre anche una verità: sebbene l'ideale richiesto per gamba ad un ballerino sia di 90° ciascuna, in realtà sia spesso pari a circa 60° o 70° e partendo dal basso, quindi non implicando a sufficienza la forza dall'alto, ma solamente quella dal basso.

Ma allora, quali muscoli bisognerebbe utilizzare per avere una corretta rotazione?
Warren sostiene che essa debba essere mantenuta dai fianchi, e non dai muscoli dei glutei come erroneamente si fa, sebbene siano effettivamente utili per permettere al danzatore di trovare il giusto allineamento ed equilibrio. C'è però da dire che ci sono molte linee di pensiero, e che nelle scuole russe venga generalmente detto il contrario: cioè che la rotazione debba essere controllata dai muscoli dei glutei. 

Ecco la linea di pensiero, contro le varie controversie, dell'autrice Gretchen Warren, presa dalle sue stesse parole: 

"C'è una grande controversia nel mondo del balletto a riguardo. Delle ricerche hanno dimostrato che i fanciulli dall'età di otto e undici anni (gli anni raccomandati per cominciare uno studio serio della danza classica) hanno grandi probabilità di conquistarsi una rotazione eccellente e completa, aumentando e potenziando la rotazione naturali dei fianchi che già si possiede. La struttura dello scheletro di un bambino di quest'età è ancora facilmente malleabile, e ripetuti allenamenti mirati al miglioramento dell'en dehors sembra provocare una consequente deformità al femore, che consente un permanente aumento dell'apertura. 
Per questa ragione tante serie accademie professionali, alcune come quelle dell'Unione Sovietica, pretendono che i giovanissimi allievi forzino il loro en dehors naturale immediatamente a 180°. Questo è considerato di vitale importanza per il loro futuro sviluppo e crescita da ballerini, e molto probabilmente non è neanche rischioso come processo per questi giovani studenti dalla flessibilità naturale e dai requisiti fisici che sono stati accertati da precisi controlli fisici svolti prima di essere accettati in accademia. Ma comunque, questi giovani praticano quotidianamente esercizi sulla base della rotazione a 180° costantemente seguiti da insegnanti specializzati, e quindi che possono correggere qualunque imperfezione che possa portare a dei problemi.
Spesso però, ci sono insegnanti non necessariamente accademici che devono far fronte a delle classi allargate con principianti che non possiedono queste basi, o che hanno corpi che sono idealmente meno flessibili, dove comunque viene richiesto un'apertura che però non viene da doti fisiche naturali. In questo tipo di situazioni, forzare la rotazione può essere, al contrario, fisicamente dannoso, specialmente per principianti sopra i 12 anni (sebbene ci siano alcuni professionisti ballerini che hanno cominciato gli studi più tardi, e sono comunque approdati nel mondo del balletto come stelle... ne parlerò in seguito!). 
E' dunque richiesto uno studio più lento e graduale, che possa sviluppare l'en dehors che ogni fisico di può permettere. 
Il mio personale pensiero è che ogni studente debba essere trattato individualmente. Gli studenti che dimostrano di avere una buona rotazione naturale, può esser chiesto loro di forzarla verso l'apertura massima che il loro fisico può raggiungere [...]. Studenti con meno flessibilità, invece, dovrebbero essere considerati nei loro limiti e e lavorare in base a questi ultimi. Ricordate comunque che generalmente è impossibile, oltre agli undici anni, aumentare la rotazione possibile dei fianchi. Ma comunque, la maggior parte dei danzatori possono imparare a valorizzare ciò che hanno di premettente in ciascuno di loro, potendo dunque camuffare una rotazione naturale che non raggiunge i parametri richiesti.
Pochissime persone possiedono la capacità di raggiungere una perfetta rotazione. Gli studenti dovrebbero ricordare di stare cercando qualcosa che va oltre l'abilità fisica dell'en dehors. Il loro scopo deve essere anche lo sviluppare una buona muscolatura al fine di controllare e mantenere il loro possibile naturale en dehors costantemente durante gli allenamenti."

Gretchen Warren

Dal sito dal quale ho preso questa discussione, c'è anche il parere personale dell'autore che io stessa condivido. Dice che la Warren, nel suo testo, si contraddice, perché prima parla di una precoce forzatura della rotazione naturale agli studenti delle accademie russe, ma poi dice che questa forzatura è effettivamente corretta sotto i dodici anni e ai fisici che se lo possono permettere. E si chiede, dunque: come può essere un en dehors forzato anche corretto?
Dice anche di non credere al fatto che migliorare la rotazione dopo gli undici anni di età sia impossibile, poiché non dipenda solamente dalla struttura scheletrica dello studente, ma anche da un corretto sviluppo della muscolatura che permetta di controllare la rotazione, e produrre quindi una maggiore apertura di un en dehors già naturalmente sviluppato. 

Source: Ballet Uni 

Sempre presa dallo stesso sito un'altra discussione a proposito molto interessante, sperimentato personalmente dall'autrice, che a quanto pare lamenta di aver avuto insegnanti che hanno ignorato, da studentessa di danza classica, il suo en dehors e che adesso, da adulta, non ne possiede uno sufficiente. 

Ripete che agli studenti del metodo russo Vaganova venga generalmente richiesto già dopo il secondo giorno di forzare il loro fisico ad una rotazione completa di 180°. Ma non sempre sono tutti studenti dotatissimi (parlando di scuole minori che però utilizzano lo stesso metodo).


Foto molto interessante, e inutile dirlo: è il sogno di ogni danzatore classico. Spesso però, ci si mette di mezzo il corpo che non ce lo permette...
Lei invece, ci dice che è possibile per chi non se lo aspetta, nonostante l'età e nonostante il fisico, perché può dipendere anche da uno scorretto utilizzo della muscolatura, e del non aver "capito" su cosa fare forza e su cosa no. Dice anche di aver lasciato perdere, da molti mesi, lo stretching che dovrebbe aumentare la fatidica rotazione.
Ci parla di un suo personale "Turn-out Jurney" (Qui), facendosi aiutare e seguendo libri e documentari sulla tecnica della danza classica russa, ma soprattutto seguendo un nuovo esclusivo metodo che troverete nella sua stessa discussione.



E voi, cosa ne pensate? Com'è il vostro en dehors, come e da quanto lo lavorate? Rispondete per condividere le vostre esperienze!


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