domenica 19 agosto 2012

Consigli contro la fame nervosa



Fame nervosa: che cos'è?

Argomento spinoso, soprattutto per chi come noi, per necessità sportive e artistiche, si ritrova a dover fare i conti quotidianamente con lo specchio...

In parole povere, è quella "falsa fame" portata dallo stress, dal nervosismo o da cattivi pensieri, che noi traduciamo come fame, cioè come valvola di sfogo per quel problema che in realtà col cibo non ha nulla a che vedere. Però, soddisfarsi con una bella merendina ci dà ugualmente l'impressione di placare quel bisogno. Che fare, allora? Ascoltatemi, ballerini! Riporto tutto dalla mia esperienza.

Mi capita spesso che mi venga una fame incontrollata, una fame non fame, che non viene dallo stomaco... ma da qualcos'altro. Allora comincio a sgusciare periodicamente in cucina, di nascosto, per cercare qualcosa ce soddisfi questa sensazione. Frigo, scaffali, credenze... le apro e le riapro, ma alla fine non prendo niente.
E' fame, questa? No! Se fosse veramente fame, mi getterei sulla prima cosa che troverei.

Ho preso in mano la situazione e ho ideato una serie di trucchetti per evitare di svegliarsi la mattina con un chilo in più:

1) Tenere un diario alimentare e scrivere ogni pasto del giorno. Successivamente cerchiare ciò che va bene e sbarrare ciò che va cambiato: questo vi aiuterà a ricordare qual'è il vostro scopo;
2) Abolite i condimenti eccessivi, come troppo olio, troppo sale, troppo burro... e affidatevi invece alle spezie e alle erbe: buonissime, danno sapore, rendono un piatto sfizioso e gustoso, e non apportano calorie inutili;
3) Guardatevi spesso allo specchio e ricordatevi qual'è il vostro desiderio. Chiedetevi se sia vera fame, oppure un'emozione che non riuscite a gestire, e cercate di risolvere senza mangiare;
4) Mangiate molto a colazione, di meno a pranzo e ancor di meno a cena. Tutto ciò che mangiate il mattino verrà bruciato, mentre invece ciò che mangerete a cena... verrà immagazzinato senza essere bruciato!
5) Giocate sugli effetti ottici: tagliate a pezzettini tutto ciò che mangiate, e mangiatelo possibilmente in piatti grandi. Il solo guardare vi sarà come sentire sazi;
6) Mangiate lentamente, masticate con cura, impiegate una buona mezz'oretta per mangiare in tutta tranquillità. Questo favorirà la digestione e vi farà sentire sazi. Ricordate di assumere un buon ritmo, e che più mangerete, più mangerete ancora! Quindi non ditevi mai "tanto ormai ho cominciato, lascio perdere";
7) Attività fisica, di mattina o prima di cena, possibilmente ogni giorno e minimo per 30 minuti;
8) Evitate di mangiare la pasta tutti i giorni, o la carne tutti i giorni;
9) Mangiate frutta e verdura ogni giorno. La frutta dopo i pasti, e non subito dopo, per evitare di appesantire la digestione;
10) Volete qualcosa di dolce? Comprate prodotti che contengano poche calorie ma che siano comunque di vostro gusto: io ho scoperto delle gallette di mais buonissime, poco caloriche, e delle mini-barrette di riso con del cioccolato fondente;
11) Non fatevi manipolare dalle trovate pubblicitarie, dai colori e dalle immagini: controllate sempre le calorie;
12) Genitori, amici e parenti? Dite la verità, senza destare sospetti con bugie inutili che creeranno delle idee esagerate: siete atleti, volete e dovete mantenervi in forma, e ciò non vuol dire necessariamente sfondarsi senza ritegno come loro, senza il minimo riguardo per salute e scopi sportivi!

Approfitto per pubblicizzarmi anche su Facebook: seguitemi sulla mia pagina!


E per aiutarvi ancora di più... guardate spesso foto di ballerine. Ispiratevi!

Alina Somova
Oksana Skorik
Svetlana Zakharova
Sarah Michelle Murawski
Anastasia Matvienko

Estate senza danza? Non è un problema



Lo sappiamo tutti: l'estate può essere una vera e propria tortura... senza danza!

Purtroppo per quelli e quelle come me, che non praticano la danza ad alti livelli né per motivi professionali... si sa: bisogna aspettare l'apertura della scuola a Settembre.

Comunque, non perdiamoci d'animo: fondamentale resta comunque il mantenersi in allenamento, sia perché ci piace, sia perché ci fa bene, sia perché ci aiuta, in tutti i sensi.
Vi espongo il mio personalissimo "programma estivo", ergo sopravvivenza alla carenza di danza!

Cominciando dalla dieta: sapendo che durante l'estate ci si lascia un po' andare (specialmente tra gelati...) ho cominciato a seguire un programma d'alimentazione che io stessa ho ideato prendendo spunto da vari consigli, sapendo che prima o poi dovrò ritornare a danza e non voglio assolutamente sentirmi a disagio.

Conoscete il detto... colazione da re, pranzo da principe e cena da povero? E' assolutamente vero! Per chi teme le calorie, un trucchetto molto intelligente, anche per vincere la fame nervosa, cioè la fame emotiva, strategia furba è quella del viziarsi la mattina con zuccheri e carboidrati, che poi verranno tranquillamente bruciati durante la giornata. Facendo il contrario, cioè saltando la colazione e mangiando tanto a cena... fate peggio!, perché ciò che mangerete sarà inutile al corpo che andrà a dormire. Anzi, un'inutile pesantezza.

Diminuite i carboidrati da pasta e pane e vedrete che perderete subito qualche chiletto. E' un po' come la famosissima Dieta Dukan, ma senza esagerare, anche perché pare che non faccia molto bene.

Esagerate a volontà con... frutta e verdura. Quale altra delizia poco calorica e nutritiva troverete al supermercato? Ricche d'acqua che idrateranno a volontà il vostro corpo.
E ricordate: tutto ciò che è cotto ha più calorie rispetto ciò che è crudo. Questo perché cuocendo priviamo il prodotto della qua normale quantità d'acqua contenuta, ed essendo l'acqua fortunatamente priva di calorie, i valori nutritivi si abbasseranno e si alzeranno le calorie. Ma di pochissimo, comunque.

Proteine: che possiamo dire? Importantissime anche quelle, ma come tutto, senza esagerare! Vengono consigliate 2\3 volte a settimana, e non tutti i giorni come molti fanno, perché ciò a lungo andare può essere addirittura dannoso.

Evitate condimenti eccessivi, fritture, dolci e merendine, bevande gassate, tutto ciò che vi viene propinato come ipocalorico, come le barrette di Vitasnella.

Plus:
?cosa c'è di meglio dell'attività fisica? Una camminata di 30 minuti al giorno, che sia di mattina presto o prima di cena, è ottimo. Ancor meglio se potete esercitarvi con la danza stessa, come faccio io, in media un'oretta al giorno, la sera... e la mattina mi sveglio col mio solito peso, niente odiosi chili in più.

sabato 18 agosto 2012

L'età giusta: qual'è la verità?



Se ne parla tanto: troppo piccolo, troppo grande... ma qual'è la verità? 

Cominciamo dalla prima verità, ovvero quella della separazione dall'ideale collettivo e la danza classica di per sé: danza accademica e danza come attività personale.
Appena si vede un piede storto, o delle anche sbilanciate, o un fisico non proprio magro e longilineo, tutti partono in quinta col fucile in mano: ma che ci stai a fare, in una classe di danza classica? 
Ma come non mi stancherò mai di ripetere, c'è una bella differenza tra lo studio accademico, e dunque uno studio approfondito su ogni aspetto della disciplina, super concentrato e seguito da professionisti scelti, quotidianamente e per anni per il fine preciso della danza come carriera, e la danza come liberissima scelta d'attività pomeridiana. 
Per avvalorare il mio pensiero, faccio sempre tanti esempi: chi comincia lo studio del pianoforte a trent'anni avrà sicuramente meno possibilità di un bambino giovane e fresco di neuroni di divenire un acclamato e famoso pianista di fama mondiale. O chi si avvicina allo studio delle lingue in tarda età per pura curiosità, arricchimento personale o vere e proprie necessità... 

Perché no?

Ci sarebbe un lungo discorso dietro da fare, ovvero la povertà di questa società basata sul consumo e sulla tecnologia. Più andiamo avanti, più perdiamo la concezione del vero benessere, cioè quello che va oltre quanti cellulari possiamo permetterci, l'introspezione, la propria spiritualità... insomma, ciò che non viene mostrato.
Bombardati quotidianamente da modelli, ideali, siamo stati abituati a pensare in un certo modo. La televisione... che grande strumento di manipolazione collettiva!, tanto per fare un esempio!
Diciamocelo: viviamo in una società dove l'apparire è tutto.

Apparire, dunque, come l'ideale, va bene.
Apparire come un non-ideale, non va bene, sebbene questo faccia contento\a il soggetto interessato.
E questo va ben oltre la danza classica... ma in ogni argomento possibile!

Ora, per arrivare al nocciolo della questione: per lo scopo professionale, dunque la danza accademica, è ovvio che ci sono dei limiti, come del resto ogni attività artistica e sportiva (credete che quelli delle olimpiadi hanno cominciato ad allenarsi a 20 anni?). Nel caso della danza classica, sono tantissimi i canoni da rispettare, specialmente quelli estetici, che tutti conosciamo: fisico longilineo, slanciato, asciutto, etereo, gambe lunghe e possibilmente a sciabola, bel collo del piede, spalle larghe, fianchi stretti, collo lungo, schiena flessibile, buona apertura, rotazione oltre il normale... per non parlare poi della determinazione, della forza, del coraggio che tale scelta deve possedere come armi di battaglia. 

Per quanto riguarda, invece, la seconda scelta... beh, possiamo permetterci di essere più liberali: la danza classica come passione personale, come sfogo, come hobby preferito, come attività fisica ideale... sebbene per poche ore a settimana, sebbene quel piede un po' storto, sebbene quel corpo non molto asciutto.

Ma lì, come sempre, tutti pronti ad alzare il dito per giudicare: "ma come?!"

Eppure oggi ci sono molti corsi di danza classica (e non solo) destinati agli adulti. Perché no? La danza classica può fare molto bene, invece: insegna una postura corretta, rafforza i muscoli, aiuta la respirazione e, naturalmente, ha il valore di una qualunque altra attività fisica che garantisca la salute della mente e del corpo.
Ricordo che il medico mi sconsigliò, una volta, il nuoto, e mi consigliò la danza classica per irrobustire la mia schiena, dato che tendevo a chiudermi su me stessa. Un motivo in più per riprenderla!

Non ascoltate chi vi dice che non si può cominciare dopo una certa età. Vi sta mentendo: in realtà potete, come potreste anche cominciare a studiare il cinese, o conseguire una laurea a cinquant'anni. Chi ve lo impedisce? Voi stessi, in primis, dando retta alle cattiverie che vengono messe in giro! 

lunedì 6 agosto 2012

L'importanza del riscaldamento!



Non sottovalutate MAI il riscaldamento!
Né limitatelo: non si è mai troppo riscaldati per cominciare un'attività fisica. Più è meglio è.

Prima di cimentarsi in esercizi, o prove di spettacolo, è sempre bene preparare i muscoli ed evitare che si sforzino all'improvviso. Ogni ballerina lo sa: però, spesso, capita di dirsi "non mi farò di certo male se, per una volta, lo faccio!", e poi invece capita che... capita. Stiramenti, infiammazioni e così via. Ne ho viste tante di compagnie di danza così.

Ci sono tante maniere per cominciare il riscaldamento. C'è chi si impegna in una leggera ma tenuta corsetta, sul posto e non, chi invece comincia subito con un po' di stretching mirato, chi invece si affida ad esercizi alla sbarra, non troppo complicati ed elaborati, col solo fine di "risvegliare" i muscoli con calma e gradualità.

Io personalmente mi affido a varie tecniche: quando sono in casa, mi capita di uscire per correre e quando torno per lo stretching, sono già bella che riscaldata... figuriamoci d'estate!, ma prima di cominciare svolgo sempre e comunque qualche esercizio di preparazione.

Perché?
Perché quando siamo freddi\e a livello muscolare, ne risente anche la nostra rotazione, tanto per fare un esempio. Quando comincio a riscaldarmi, il mio en dehors è sempre minore rispetto a quello dopo un attento riscaldamento. Non è di certo un caso... e sforzare troppo la rotazione può essere dannoso, lo sappiamo bene dai tanti doloretti alle anche che ci affiggono.

Per quanto riguarda gli esercizi alla sbarra, ottimi sono i conosciutissimi pliés. Permettono di lavorare tantissimo sull'en dehors, sulla tenuta, e prolungando il tempo che si impiega a scender e risalire, ci si riscalda e ci si risveglia. Ovviamente però l'esercizio deve essere fatto bene... Tendu, fondu, rond de jambe, frappé che sia.

Stessa cosa con le punte. Sempre consigliato riscaldarsi un minimo prima di indossarle, e di eseguire esercizi di stretching dopo una lezione di punte per evitare infiammazioni e stiramenti dei tendini (ne so qualcosa; presto ne parlerò).

Altrimenti?
Lo stiramento muscolare, o anche elongazione muscolare, è una lesione che altera la struttura muscolare, causandone un eccessivo allungamento delle fibre. Sebbene sia molto frequente tra ballerini e sportivi vari può essere invalidante, perché in base alla gravità può costringere a dei periodi di pausa e flessibilità compromessa.
Non di rado sento di ragazze che si sono stirate il muscolo che fanno fatica a riaprirsi come in precedenza. Quindi è meglio prevenire che curare, come del resto tutto.

Eccone le cause: 

  1. mancanza di riscaldamento generale e specifico;
  2. preparazione fisica non idonea;
  3. movimenti bruschi e violenti;
  4. problemi articolari, squilibri posturali e muscolari, mancanza di coordinazione;
  5. condizioni ambientali avverse;
  6. microtraumi ripetuti;
  7. abbigliamento e calzature non idonei;
  8. recupero insufficiente dopo un precedente sforzo atletico.


Questo ci fa capire che anche da ben riscaldati, bisogna sempre e comunque prestare attenzione ai movimenti che si fanno e, soprattutto, controllarsi per bene. Della serie: se una ragazza, anche da riscaldata, si butta giù in spaccata oltre i 180°, rischierà di prendersi uno brutto strappo se non si è precedentemente allenata gradualmente ad una tale apertura. 

Molto particolare è anche la caratteristica di tutti i ballerini di vestirsi più o meno pesantemente durante le prove. Molti si diranno: "ma come, una ballerina che si mette una tuta tipo pigiama, e babbucce ai piedi?". Ebbene sì, gente: i ballerini sanno bene come salvaguardarsi indipendentemente dall'estetica. 
Ci si copre il più pesantemente possibile ma senza limitare la libertà dei movimenti, onde evitare brutti incidenti che possono mettere a rischio uno spettacolo prossimo. Anche se magari il verde col viola non vanno bene insieme...

Qui potrete leggere qualcosa di più preciso sugli stiramenti muscolari: My Personal Trainer - Stiramento muscolare

Per quanto riguarda i tendini, ci torno su prima di chiudere l'argomento. E' un problema che mi affligge sempre quando uso le punte, magari proprio perché non mi sono riscaldata sufficientemente: il tendine, viene "ristretto" troppo stando in punta, e come risultato quando si sta in posizione normale col piede... tac, dolore al tendine.
Penso che lo conosciate tutte: è molto fastidioso e può aggravarsi se non si prendono precauzioni. In genere mi capita sempre prima di uno spettacolo, proprio per l'aumento di allenamenti e spesso, poco tempo a disposizione.
Mi sono affidata ad un fisioterapista amico che mi ha dato una soluzione che funziona alla grande: allungare il tendine dalla parte opposta, al fine di riabituarlo alla posizione normale in cui i piedi sono a martello, che stando sulle punte è stata leggermente "disabituata".
Ovvero sia: tirare con cautela e gradualmente il piede a martello (stando sui gradini delle scale, appoggiati al muro, seduti...). E' ottimo, ve lo garantisco, si sente veramente il tendine che si rilassa e anche dopo pochi minuti, in posizione normale, fa molto meno male.

Quando mi capita, in genere al mattino, mi sveglio con dei crampi tremendi alle gambe quando mi stiro. Quindi svolgo regolarmente questi esercizi che suggerisco vivamente.

Così, in pratica! E nelle modalità che preferite.


mercoledì 25 luglio 2012

Belle linee? Gambe a sciabola!



Sicuramente ne avrete già sentito parlare: tanto quanto un bel collo del piede sviluppato, ambite sono anche le famose gambe a sciabola, cioè quelle dotate di un ginocchio iperflesso.

A cosa sono dovute? Perché sono così valorizzate? Sono veramente più difficili da utilizzare? Scopriamone qualcosa in più, sia per chi le possiede e per chi no!


Esteticamente molto belle, donano alla figura di una ballerina delle linee ancora più morbide ed armoniose, ancora più se accompagnate da un bel collo del piede sviluppato, che viene evidenziato proprio per la natura delle gambe.
Inutile dirlo, però: è una rarità. Le ballerine che conosciamo hanno quasi tutte questa caratteristica, ma dobbiamo anche considerare quante milioni di ragazze, proprio per il non possedere determinati requisiti, vengono respinte. Se ci facciamo qualche conto, capiremo che non sono poi così diffuse...!
Ballerine famosissime che le hanno sono, per esempio: Svetlana Zakharova, Alina Somova, Evgenia Obraztsova, Anastasia Matvienko, Sylvie Guillem, Alessandra Ferri...


Diamo una definizione più precisa: l'iperestensione delle gambe è quando queste ultime in posizione completamente tesa non seguono una linea verticale immaginaria, ma una curva, che tende a spostare il peso del corpo all'indietro. Per questo bisogna usarle con cautela, perché sono purtroppo delle gambe più facili da danneggiare rispetto ad un normale ginocchio dritto.
Per non parlare poi del peso: sarà più difficile per chi le possiede bilanciarsi sulle mezze punte e sulle punte, eseguire delle pirouettes e persino chiudere una quinta. Necessitano dunque un lavoro mirato e ben seguito, per evitare problemi.
Non raramente, difatti, leggo di ragazze che se ne lamentano, che spesso sono costrette ad evitare i corsi di danza classica proprio per questo motivo. Forzandole troppo, infatti, si costringe il ginocchio ad andare ancora più indietro, e questo a lungo andare può provocare danni anche al resto delle gambe e impedire una normale mobilità, quali addirittura il semplice camminare nei casi più gravi.
Certe persone ci nascono, altre invece possono svilupparla più tardi, specie con gli allenamenti tipici della danza classica e della ginnastica, quali artistica e ritmica. Non a caso, infatti, anche in quest'altro campo possiamo trovare molte ginnaste con questo tipo di caratteristica. 


Però, notato ormai da tanti, stiamo assistendo in questi ultimi anni ad un'eccessiva ammirazione e privilegio per le ballerine fisicamente dotate che, molto spesso, presentano delle carenze tecniche, ma sono pur sempre  prese. Discussioni e discussioni in forum dedicati alla danza che ronzano attorno nuove stelle come Alina Somova, che pur avendo un fisico perfetto e delle gambe da sogno, presenta delle carenze e si concentra unicamente, a detta di molti, sulla sua flessibilità un po' troppo da ginnasta. 

Sono veramente fondamentali, le gambe a sciabola?
Assolutamente no! Sono solo un dettaglio che ammorbidisce la figura rigida e verticale di una ballerina classica, e anzi molto spesso, come ho già detto, rendono il tutto ancora più difficile. 

Troverete sicuramente interessante questa discussione soprattutto per i versi finali: Giornale della danza - Luciano Cannito

"Qual è la tua idea della danza?
Io vorrei smetterla di parlare di banalità e di avere sempre il ruolo, noi della danza, di ignoranti e superficiali. Mi piacerebbe fare come i miei colleghi della commissione canto che parlano di emozioni, di anima, di sentimenti, perché queste sono le cose che fanno la differenza. Se continuiamo a parlare solo di punte stese o di gambe a sciabola, la danza verrà sempre considerata come una cosa formale, quando invece l’artista è quello che ti tocca il cuore con altro. Se posso fare un altro esempio, ma su questo non mi aspetto nessun “agguato” in trasmissione perché parlo di una persona che conosco benissimo e con cui ho lavorato, Maya Plitseskaya era completamente storta (ovviamente per i canoni della danza) eppure ancora oggi fa fatica ad andare in giro in Russia perché tutti la fermano e le chiedono l’autografo ricordandone la grandezza. Questo sta a significare che essere una grande ballerina vuol dire molto di più che eseguire canonicamente un movimento."

Mi trovo assolutamente d'accordo con le sue parole. Non confondiamo la danza classica con la ginnastica, colli del piede e gambe a sciabola; è prima di tutto un'arte che narra di emozioni, gioie, tragedie, commedie, dolori... come del resto ogni arte che l'essere umano ha ingegnosamente creato!





La controversia dell'en dehors nel mondo del balletto



Domanda: che cos'è l'en dehors? (In inglese viene chiamato comunemente "turnout", e in italiano, oltre al termine francese, possiamo anche utilizzare il termine "rotazione", in questo caso).

Sarebbe, in parole semplici, il requisito base fondamentale della danza classica, sul quale si basa tutta l'impalcatura di una buona e corretta tecnica.
Ogni ballerino\a professionista che vediamo possiede una perfetta rotazione a 180°, e difatti, se andiamo a spulciare tra i numerosissimi video di famosissime accademie nel mondo (che sia Vaganova, Opéra de Paris, Royal Ballet...), tutti gli studenti posseggono un en dehors eccellente e naturale. Si lavora e si sviluppa con duri anni di studio, ma c'è anche da dire che in grande percentuale dipende dal fisico col quale nasciamo.

La stessa cosa ci dice, del resto, l'importantissima Agrippina Vaganova nel suo libro sulla tecnica della danza:  l'en dehors completo è severamente richiesto in ogni ballerino che intraprende lo studio.

Ma è possibile, questo? Se sì, da chi e da chi no? Eccovi qui delle preziose informazioni che io stessa ho tradotto.

Dando un'occhiata ad uno scritto in merito da Gretchen Warren, "Classical ballet technique, l'en dehors è uno stato di completa rotazione esterna del fianchi, delle ginocchia, delle tibie, delle anche e dei piedi, e non come si pensa erroneamente solo dai piedi (e questa considerazione può portare a dei gravi problemi, nel corso degli allenamenti non corretti). 
Warren, però, ci offre anche una verità: sebbene l'ideale richiesto per gamba ad un ballerino sia di 90° ciascuna, in realtà sia spesso pari a circa 60° o 70° e partendo dal basso, quindi non implicando a sufficienza la forza dall'alto, ma solamente quella dal basso.

Ma allora, quali muscoli bisognerebbe utilizzare per avere una corretta rotazione?
Warren sostiene che essa debba essere mantenuta dai fianchi, e non dai muscoli dei glutei come erroneamente si fa, sebbene siano effettivamente utili per permettere al danzatore di trovare il giusto allineamento ed equilibrio. C'è però da dire che ci sono molte linee di pensiero, e che nelle scuole russe venga generalmente detto il contrario: cioè che la rotazione debba essere controllata dai muscoli dei glutei. 

Ecco la linea di pensiero, contro le varie controversie, dell'autrice Gretchen Warren, presa dalle sue stesse parole: 

"C'è una grande controversia nel mondo del balletto a riguardo. Delle ricerche hanno dimostrato che i fanciulli dall'età di otto e undici anni (gli anni raccomandati per cominciare uno studio serio della danza classica) hanno grandi probabilità di conquistarsi una rotazione eccellente e completa, aumentando e potenziando la rotazione naturali dei fianchi che già si possiede. La struttura dello scheletro di un bambino di quest'età è ancora facilmente malleabile, e ripetuti allenamenti mirati al miglioramento dell'en dehors sembra provocare una consequente deformità al femore, che consente un permanente aumento dell'apertura. 
Per questa ragione tante serie accademie professionali, alcune come quelle dell'Unione Sovietica, pretendono che i giovanissimi allievi forzino il loro en dehors naturale immediatamente a 180°. Questo è considerato di vitale importanza per il loro futuro sviluppo e crescita da ballerini, e molto probabilmente non è neanche rischioso come processo per questi giovani studenti dalla flessibilità naturale e dai requisiti fisici che sono stati accertati da precisi controlli fisici svolti prima di essere accettati in accademia. Ma comunque, questi giovani praticano quotidianamente esercizi sulla base della rotazione a 180° costantemente seguiti da insegnanti specializzati, e quindi che possono correggere qualunque imperfezione che possa portare a dei problemi.
Spesso però, ci sono insegnanti non necessariamente accademici che devono far fronte a delle classi allargate con principianti che non possiedono queste basi, o che hanno corpi che sono idealmente meno flessibili, dove comunque viene richiesto un'apertura che però non viene da doti fisiche naturali. In questo tipo di situazioni, forzare la rotazione può essere, al contrario, fisicamente dannoso, specialmente per principianti sopra i 12 anni (sebbene ci siano alcuni professionisti ballerini che hanno cominciato gli studi più tardi, e sono comunque approdati nel mondo del balletto come stelle... ne parlerò in seguito!). 
E' dunque richiesto uno studio più lento e graduale, che possa sviluppare l'en dehors che ogni fisico di può permettere. 
Il mio personale pensiero è che ogni studente debba essere trattato individualmente. Gli studenti che dimostrano di avere una buona rotazione naturale, può esser chiesto loro di forzarla verso l'apertura massima che il loro fisico può raggiungere [...]. Studenti con meno flessibilità, invece, dovrebbero essere considerati nei loro limiti e e lavorare in base a questi ultimi. Ricordate comunque che generalmente è impossibile, oltre agli undici anni, aumentare la rotazione possibile dei fianchi. Ma comunque, la maggior parte dei danzatori possono imparare a valorizzare ciò che hanno di premettente in ciascuno di loro, potendo dunque camuffare una rotazione naturale che non raggiunge i parametri richiesti.
Pochissime persone possiedono la capacità di raggiungere una perfetta rotazione. Gli studenti dovrebbero ricordare di stare cercando qualcosa che va oltre l'abilità fisica dell'en dehors. Il loro scopo deve essere anche lo sviluppare una buona muscolatura al fine di controllare e mantenere il loro possibile naturale en dehors costantemente durante gli allenamenti."

Gretchen Warren

Dal sito dal quale ho preso questa discussione, c'è anche il parere personale dell'autore che io stessa condivido. Dice che la Warren, nel suo testo, si contraddice, perché prima parla di una precoce forzatura della rotazione naturale agli studenti delle accademie russe, ma poi dice che questa forzatura è effettivamente corretta sotto i dodici anni e ai fisici che se lo possono permettere. E si chiede, dunque: come può essere un en dehors forzato anche corretto?
Dice anche di non credere al fatto che migliorare la rotazione dopo gli undici anni di età sia impossibile, poiché non dipenda solamente dalla struttura scheletrica dello studente, ma anche da un corretto sviluppo della muscolatura che permetta di controllare la rotazione, e produrre quindi una maggiore apertura di un en dehors già naturalmente sviluppato. 

Source: Ballet Uni 

Sempre presa dallo stesso sito un'altra discussione a proposito molto interessante, sperimentato personalmente dall'autrice, che a quanto pare lamenta di aver avuto insegnanti che hanno ignorato, da studentessa di danza classica, il suo en dehors e che adesso, da adulta, non ne possiede uno sufficiente. 

Ripete che agli studenti del metodo russo Vaganova venga generalmente richiesto già dopo il secondo giorno di forzare il loro fisico ad una rotazione completa di 180°. Ma non sempre sono tutti studenti dotatissimi (parlando di scuole minori che però utilizzano lo stesso metodo).


Foto molto interessante, e inutile dirlo: è il sogno di ogni danzatore classico. Spesso però, ci si mette di mezzo il corpo che non ce lo permette...
Lei invece, ci dice che è possibile per chi non se lo aspetta, nonostante l'età e nonostante il fisico, perché può dipendere anche da uno scorretto utilizzo della muscolatura, e del non aver "capito" su cosa fare forza e su cosa no. Dice anche di aver lasciato perdere, da molti mesi, lo stretching che dovrebbe aumentare la fatidica rotazione.
Ci parla di un suo personale "Turn-out Jurney" (Qui), facendosi aiutare e seguendo libri e documentari sulla tecnica della danza classica russa, ma soprattutto seguendo un nuovo esclusivo metodo che troverete nella sua stessa discussione.



E voi, cosa ne pensate? Com'è il vostro en dehors, come e da quanto lo lavorate? Rispondete per condividere le vostre esperienze!


Ballerine famose: com'erano da bambine?

Vi siete mai chiesti che aspetto potessero avere le ballerine più famose al mondo da bambine e da adolescenti?
Lista in continuo aggiornamento! 





La bellissima Ulyana Lopatkina, con il suo noto e riconoscibile sguardo 




Svetlana Zakharova, già bellissima ballerina dal lungo collo da cigno







Evgenia Obraztsova (a destra), la nuova giovane stella in ascesa del teatro Mariinsky





Diana Vishneva ancora studentessa all'Accademia Vaganova, quando vinse il premio
Prix de Lausanne







Sylvie Guillem! Come non riconoscere le sue magnifiche gambe e i suoi piedi invidiabili?








Alina Somova poco prima di diplomarsi, ancora all'Accademia Vaganova





Il nostro connazionale Roberto Bolle come studente al Teatro alla Scala, di cui andare fieri in tutto il mondo!





Alina Cojocaru da giovanissima promettente bambina già sulle punte




E ancora, Polina Semionova,  facilissima da riconoscere




Gillian Murphy, famosa ballerina dell'American Ballet Academy





Altra connazionale di cui andar fieri: Alessandra Ferri!




Natalia Osipova, che prima di entrare nel mondo della danza praticò ginnastica artistica







domenica 22 luglio 2012

Sarah Lane, la controfigura di Natalie Portman


La domanda che spunta automaticamente dopo aver visto il film: la Portman è veramente in grado di eseguire tutti quei virtuosismi sulle punte senza essere una ballerina professionista?

La risposta dei creduloni: "Sì! Altrimenti non l'avrebbero inquadrata nelle scene dello spettacolo!"
I realisti: "No, c'è lo zampino degli effetti speciali e di un'altra ballerina".

Ovviamente hanno ragione i secondi. Nessuno, a meno che non abbia alle spalle un solido studio come ballerina classica, potrebbe eseguire i virtuosismi tecnici tipici di Odile, come la coda finale e i meravigliosissimi fouettées. 
La Portman, come possiamo da vari video del making of, ha eseguito solamente le parti più semplici, sulle punte, mentre quelle più complicate sono state sostituite dal corpo senza volto di Sarah Lane, che si è anche battuta per far conoscere a tutti la verità.




Ora, offrirò il mio giudizio personale, per quanto possa contare: la Portman ha meritato senza confini il suo Oscar, perché è riuscita a intrecciare magnificamente i ruoli di attrice e ballerina. Per non dire poi la sua interpretazione fantastica di Odette e Odile! Le sue espressioni, i suoi movimenti, i suoi sguardi maligni contro quelli innocenti e fragili... tipiche di un cigno spaurito e di un cigno malvagio.
La Lane è responsabile solamente di virtuosismi finali, come i piqués e i fouettés, e di specifiche scene nei pas de deux delle prove, ma non l'interpretazione dei ruoli dal punto di vista psicologico ed emotivo. Da parte sua, ci sono solo i movimenti tecnici, e non la storia del Lago dei Cigni che si riflette nella tormentata psiche di Nina.
Ha fatto bene a gridare al mondo intero di essere la responsabile di alcune scene, ma non può certo aspettarsi di prendere il merito del magnifico lavoro di Natalie in Nina Sayers. Impensabile!

Eccovi un video in proposito, in inglese: http://www.youtube.com/watch?v=PrgXC-RUMR8&feature=related, intervista a Sarah Lane stessa e alcune scene del rimpiazzo.

Cosa dovrebbero mangiare i danzatori?

(Foto presa dal film "Il Cigno Nero", mentre Nina attende di svolgere la sua audizione)



Passiamo al dunque di oggi: alimentazione e danza, un argomento che preme molto ultimamente (e per fortuna!), soprattutto in presenza dei sempre più numerosi movimenti contro l'anoressia, inclusa quella dietro le quinte, che cercano di diffondere informazioni e sensibilizzare i canoni di giudizio collettivo.

Prenderò spunto sia dalla mia personale esperienza, e da quella del ballerino professionista Roberto Baiocchi, pubblicata sul suo libro sulla danza.

Il ballerino comincia con quest'azzeccatissima frase: "Rimanere magri a tutti i costi è sbagliato: è il primo passo per perdere lucidità, peggiorare il tono muscolare e la qualità delle prestazioni". Continuando... "L'esercizio quotidiano della danza richiede energie e perfetta forma psicofisica: l'ossessione per i grammi di troppo o la vanità di vedersi più snelli sono pensieri dannosi!"

I ballerini, del resto, sono atleti, che forse richiedono ancora più energie. Agli atleti è permesso sfogare tutta la loro fatica e tutto il loro dolore (non a caso, siamo abituati a pensare che i giocatori di calcio fatichino come nessuno a forza di correre...), mentre l'immagine che ci offrono i danzatori è quella di sorrisi, allegria, pace... come se per loro fosse bere un bicchier d'acqua.
Eccola, la differenza!, ai danzatori non è permesso portare sulla scena la fatica e il dolore della danza.


Degli sforzi fisici con pochi paragoni, insomma. Ed è giusto quindi che ogni ballerino e ogni ballerina, che amano il loro corpo e il dedicarsi quotidianamente alla danza, che si nutrano in maniera corretta e bilanciata.

Quali sono i consigli che ci offre Roberto Baiocchi?

1) Non saltare i pasti: al pasto successivo il corpo cercherà di recuperare tutto ciò che non gli è stato  fornito prima;

2) Non abolire carboidrati: fonte di energia irrinunciabile per chi pratica quotidianamente la danza e vanno assunti nella misura in cui li bruciamo durante le lezioni, senza eccedere. Eliminarli del tutto provoca gravi problemi;

3) Varia gli alimenti: il nostro organismo reagisce alle privazioni assorbendo il più possibile le proprietà nutritive di cui ha bisogno e causando eccessivo accumulo (ritornando anche al punto 1);

4) Non sostituire i pasti con le barrette: non sono prive di calorie, spesso contengono grassi animali e sostanze che danneggiano l'organismo;

Inoltre, la migliore base alimentare, continua il danzatore, consiste nel bere MOLTA ACQUA, e dunque portarsi una bottiglietta d'acqua ad ogni lezione (anche se molti insegnanti vi diranno di non bere perché appesantisce il corpo... poi qualche piccolo sorsetto fatelo comunque, e spesso, senza appesantirvi durante gli esercizi, perché non fa bene perdere troppi liquidi). Scegliete inoltre cibo non preconfezionato e pranzate in tranquillità, masticando per bene il tutto per favorire la digestione.

Eccoci altri consigli per quanto riguarda i pasti quotidiani:

1) A colazione: yogurt, frutta fresca, cereali, latte vegetale di soia, tè verde...
2) A pranzo: scorta di carboidrati! Pasta o riso, meglio se integrali, cucinati semplicemente e fibre come carote crude, spinaci, insalata, cetrioli... moderatamente condite;
3) A cena: questa volta è il turno delle proteine, come carne, pesce, prosciutto crudo, bresaola, ricotta o altri formaggi magri, ancora meglio se si apre il pasto con una sanissima insalata, che renderà sazi più velocemente!
4) Il pane, attenzione!, non va abolito, bensì scelto con cura: certi impasti sono eccessivamente ricchi di calorie ed è risaputo che il pane azzimo o integrale sono più sani;
5) La frutta va consumata come spuntino fuori pasto piuttosto che come chiusura dei pasti principali;
6) Consiglio extra: ogni tanto premiatevi con dei regalini dolciosi, come un pezzetto di cioccolata fondente al 90%. (Io, sinceramente, vi consiglio di spaziare oltre: mangiare un dolcetto di tanto in tanto, mettiamo una volta a settimana, e non esageratamente calorico, non vi farà di certo ingrassare se brucerete in allenamenti! Poi dipende anche dal metabolismo di ognuno, certo).

Come anche ci ha rivelato la ex-ballerina della Scala Maria Francesca Garritano (di cui abbiamo parlato qui ), la realtà alimentare di molte ballerine è squilibrata a causa delle pressioni che vengono fatte su di loro. Non a caso molte volte si cominciano delle diete per qualche commento, come "ti sta crescendo troppo il seno!", una delle ossessioni peggiori di una ballerina che non vuole avere a che fare con grasso in eccesso. Ma purtroppo, bisogna anche rendersi conto che il corpo della donna è fatto così, e non tutte hanno la capacità di privarsene. Privarsi di un seno che, purtroppo, è lì nonostante un peso già basso, vuol dire andare oltre una soglia e rischiare seriamente di ammalarsi.
E come dice anche Carla Fracci, "una ballerina non può essere anoressica. Altrimenti non avrebbe neanche la forza di salire sul palcoscenico". Può avere disturbi alimentari, ma non arrivare all'ultimo stadio della malattia senza sparire dalla scena e dagli occhi di tutti.






venerdì 20 luglio 2012

"Il cigno nero": quali sono le verità?


Tutti sicuramente avrete sentito parlare dell'enorme successo che ha avuto il recente film "Il cigno nero"
Il problema è che chi lo vede e non sa molto di danza classica, inevitabilmente crederà in certi particolari, o al contrario ne tralascerà alcuni... insomma, ci si fanno delle idee sbagliate. Vediamo un po' cosa è vero e cosa non è vero in questo post.

Uscito nel 2010, diretto da Darren Aronofsky, interpretato dalla talentuosissima Natalie Portman nei panni della giovane, fragile e timida Nina Sayers, affiancata dall'attrice in ascesa Mila Kunis, da Vincent Cassel e la bellissima Winona Ryder.

Molto probabilmente conoscerete già la trama, ma posterò comunque un breve riassunto. 
Nina Sayers è una delle migliori ballerine del corpo di ballo della compagnia, ma per lei non è abbastanza: lei sogna di essere la regina di tutto e tutti, la prima ballerina indiscussa, l'étoile di ogni spettacolo. E per questo si allena costantemente, sia al teatro che a casa, sotto il severo e ossessivo sguardo della madre, che ha un peso fondamentale nei problemi verso i quali andrà in contro. Erica, infatti, è una madre morbosa, eccessivamente attaccata ad una giovane donna che invece vive come appena un'adolescente, con una camera che non può chiudere a chiave e piena di peluche, rosa confetto e un carillon dalla dolce melodia del Lago dei Cigni che la madre carica ogni sera per farla addormentare.
Una di queste notti, Nina sogna di essere la prima ballerina nei panni di Odette, quando è ancora un'umana e una principessa e viene catturata dal perfido Rothbart. Un sogno premonitore, senza ombra di dubbio.
E qui cominciano i sospetti della giovane. Il giorno dopo in metropolitana scorge una ragazza che sembra assomigliare a lei, e che esegue tutti i suoi movimenti. Lo stesso giorno, il direttore artistico Thomas annuncia che la ballerina più importante della compagnia, Beth, si ritirerà dalle scene e che avranno bisogno di un nuovo, fresco e giovane viso da mostrare al pubblico.
Dopo un'audizione, Thomas sceglie Nina. Il suo sogno si avvera, così come il suo incubo. Nina è un perfetto cigno bianco, ma... il suo cigno nero lascia a desiderare. Normalissimo, poiché una giovane donna imbevuta ancora in tanti aspetti dell'infanzia e dell'adolescenza, che non conosce la sensualità, l'inganno, la cattiveria. Proprio come una bambina.
Ma alla fine, dopo un periodo di lunghissime prove, Nina riuscirà a calarsi perfettamente nel ruolo del maligno cigno nero. Come? Un dualismo che ha avuto occasione di sperimentare nella sua vita stessa, con la giovane nuova ballerina Lily, i cui comportamenti rispecchiano proprio ciò che manca a Nina per essere un'Odile coi fiocchi.
Col tempo, Nina riuscirà ad assorbire tutto il nero di Lily, che però andrà in netto contrasto con la purezza del suo bianco, candido e innocente: ne saranno il risultato sempre più frequenti allucinazioni, manie di persecuzioni e conflitti con la madre Erica.

Verità, o finzione?

Tutti coloro che non conoscono il mondo della danza, sono portati a credere ad ogni dettaglio di questo film. E' vero che il mondo del balletto è fatto di spietate competizione e duri ostacoli da sormontare, ma non dobbiamo neanche credere che ogni ballerina sia vittima di mania di persecuzioni, né allucinazioni come la povera Nina! Questa è un'ingegnosa creazione del regista, ovvero il ricreare il rapporto tra Odette e Odile nella vita stessa.
Odette è una principessa trasformata in cigno, malinconica, molto fragile e dalle movenze pure e innocenti. Odile è, invece, la protetta di Rothbart mandata ad un ballo con il principe Siegfried che, sotto inganno, la vede come la bellissima Odette incontrata poco tempo prima al lago dei cigni, le altre povere ragazze trasformate dal perfido stregone.
Odile, nel balletto, riesce a rubare l'amore di Siegfried e a farlo giurare il suo amore per lei, e tutto questo sotto lo sguardo della povera Odette, che distrutta dall'accaduto, tenterà il suicidio. Qui dipende da ogni spettacolo in sé: alcune trame finiscono bene, altre male: lei si uccide assieme a lui subito dopo, oppure lui riesce a sconfiggere il potente mago e a spezzare l'incantesimo con l'amore, l'unica soluzione.

Stessa cosa ricrea Darren Aronofsky. Nina è una ragazza fragile e paurosa, il perfetto cigno bianco, che con l'arrivo di Lily entra in contatto con un mondo lontano, differente, avventato e anche ingannevole. Lily è una ragazza schietta, molto spesso volgare, che passa le sue serate in discoteca ad incontrare ragazzi, facendo uso di stupefacenti. Alla fine del film, Nina si ritrova praticamente divisa in due personalità: innocenza e inganno.





"Save the last dance", i film




Sicuramente molti di voi lo conosceranno già. Per chi invece non ne avesse idea... ecco qualche preziosa informazione!

Film del 2001 di Thomas Carter, che riprende la vita di una giovanissima ballerina, Sara (Julia Stiles) in un momento molto delicato e doloroso della sua vita. Dopo la morte della madre, infatti, è costretta a trasferirsi a Chicago a casa del padre, che quando era una bambina l'aveva abbandonata.
Il suo grande sogno è quello di poter entrare alla Julliard School, ma dopo il tragico evento decide di abbandonarlo e di ignorare ciò che più desidera e ama nella sua vita, dandosene oltretutto la colpa. La madre infatti, è morta di un incidente stradale mentre correva verso un'audizione della figlia, alla quale quest'ultima l'aveva pregata di venire, invece di restarsene a lavorare al suo negozio per necessità. Ma all'ultimo momento, le ha promesso che sarebbe venuta, nonostante le incombenze. 
Sara è una delle pochissime ragazze bianche nel suo nuovo quartiere e nella sua nuova scuola. Riesce comunque a farsi delle amicizie, nonostante le distanze e le prese in giro che riceve inizialmente, come Chenille, ragazza madre, e suo fratello Derek, ballerino di hip hop e aspirante pediatra. Tra Sara e Derek schiocca l'amore, che però non riusciranno a vivere serenamente a causa di voci che girano, cioè che Sara si sentisse in diritto di stare con Derek solamente per il colore della sua pelle.
Così i due si lasciano. Ma Derek, prima che questo avvenga, è riuscito a risvegliare in lei la sua passione per la danza, e decide di fare un altro tentativo per entrare alla Julliard.
Il giorno del provino, Derek scopre che la causa della loro rottura era stata la sorella Chenille, che aveva rilevato a Sara che la loro relazione dava fastidio a tutti, e si reca immediatamente senza pensarci due volte all'audizione di Sara. Appena entra nella grande e vuota sala, Sara si sente immediatamente carica di una nuova energia che la farà entrare finalmente alla prestigiosa scuola.





Vi è anche un Save the last dance 2, che contrariamente a come potrebbe far pensare, è invece un film molto apprezzato e ben strutturato. Questa volta è una vera ballerina a recitare: sempre Sara nel film, ma interpretato dall'attrice\ballerina Izabella Mirko, e diretto dal regista David Petrarca
Narra della vita della ragazza, questa volta, all'interno della scuola, e di come sia durissima la sopravvivenza a prove, lezioni, giudizi e competizioni. Anche Derek non è più lo stesso, ma l'attore Columbus Short.
Nonostante questi cambi di attori, rimane comunque un bel film sulla danza da vedere, e rispetto al primo offre molte più scene di danza classica.
Studentessa eccellente, ma in bilico tra l'amore e la passione per la danza: non riesce a farli combaciare, nelle sue lunghe giornate di studio. La situazione è ulteriormente complicata dalla temibile Monique Delacroix, rigorosissima insegnante di danza classica, ma che alla fine sosterrà Sara al suo debutto nel ruolo di Giselle la prenderà come preziosa pupilla.
Che cosa sceglierà questa volta Sara? L'amore, la danza classica o l'hip hop? Scopritelo voi stessi!